‘’La violenza di genere si combatte ogni giorno’’

Novembre è stato istituito dai movimenti femministi come il mese per contrastare la violenza di genere e quindi, attraverso una serie di campagne di sensibilizzazione e un lavoro di coscienza collettiva, quel periodo dell’anno è dedicato a questo tema. In particolare il 25 Novembre di ogni anno, il movimento Non Una Di Meno organizza una manifestazione con annesse rappresentazioni culturali e artistiche che ruotano attorno al tema.

Il lavoro dei movimenti femministi è enorme e prezioso e per questo noi di Pokeah* vogliamo mantenere l’attenzione sull’argomento e proporvi una lettura più profonda del tema anche nel mese di Dicembre.

Questo mese è infatti il mese della serenità, delle luci di Natale, della gioia e della tenerezza. Natale è sicuramente un momento che la nostra cultura occidentale considera come ‘’sacro’’ per via della nascita di Gesù Cristo che automaticamente viene collegato alla famiglia perfetta e tradizionale -anche se molto ci sarebbe da dire sulla famiglia ‘’tradizionale’’ di Gesù, dove Maria viene fecondata senza consenso, fuori dal matrimonio e Giuseppe si accolla un bel carico da 90 considerando che dovrà mantenere la non proprio prevista prole in arrivo-.

Ma religione a parte, Dicembre è il mese dove le vacanze natalizie tengono le persone e in particolare le donne molto di più a casa.

Le prolungate ferie e il da farsi domestico aumentano, costringendo molte donne a vivere situazioni di violenza con molta più frequenza. Un caso simile è accaduto durante la pandemia, quando i numeri della violenza di genere sono cresciuti a dismisura e la politica molto ha marciato su questo, sostenendo infatti che fosse la pandemia il problema e non la violenza di genere stessa.

In realtà è stato appurato da vari dati ISTAT che la pandemia, così come il Natale e periodi prolungati che tengono le donne di più dentro casa dimostrano che queste ultime, essendo più a contatto con i loro partner, subiscono molto di più le violenze che, altrimenti, sarebbero razionate nel corso dell’intero anno.

Ma partiamo dal principio: quando parliamo di violenza di genere cosa intendiamo e perché viene citato il partner?

La violenza di genere è la violenza che si consuma sulle donne, nello specifico, e la causa è proprio il loro ‘’genere’’ ovvero essere donne.

Secondo i dati ISTAT i 2/3 di coloro che agiscono violenza sono partner, ex-partner, parenti vicini alla vittima. L’idea quindi di un mostro che si aggira di notte aspettando che le donne tornino a casa per attaccarle e violentarle è ormai anacronistica, legata più ad una deresponsabilizzazione dello Stato che ancora oggi fatica ad ammettere che la violenza di genere si consuma principalmente all’interno di relazioni di fatto.

La violenza di genere è inoltre trasversale, non conosce classe, razza, posizione sociale. Tutte possono essere potenziali vittime e tutte possono subire violenza all’interno dello loro relazioni.

Per tutte quelle che ‘’Eh ma proprio tu che sei così forte…!’’ Sì, proprio io, così come potevi essere proprio tu. Possiamo avere tutti gli strumenti a disposizione così come conoscere teoricamente ogni asse di cui la violenza è formata ma ciò non ci rende esenti dal subirla.

La domanda a seguito di ciò sorge spontanea…perché?

La violenza è un rito di passaggio, non una sentenza a vita. È un momento che all’inizio, è anche estremamente bello. Sì, esatto, la violenza di genere all’interno delle relazioni amorose segue un copione specifico che comincia con grandi lusinghe per le donne.

Il partner, appena conosciuto e quindi fondamentalmente sconosciuto, fa di tutto per ottenere la fiducia della donna con regali, attenzioni, parole d’amore costanti. Fino a diventare sempre più controllante, stringente, geloso…sempre per amore, si sa, lo dice lui.

La violenza è quindi una spirale in cui le donne vengono tirate dentro e sembra, inizialmente, senza possibilità di uscita.

A tutte quelle che ‘’Ma non potevi lasciarlo prima?’’/’’Io al primo schiaffo sarei scappata’’/’’Se ci stai da così tanto significa che alla fine ti piace così’’/’’La colpa è tua perché più volte ti ha dimostrato che non cambierà mai’’ vorrei dire che non c’è giudizio che tenga di fronte ad una situazione di violenza e che queste non cominciano mai con gli schiaffi bensì con i baci. Tutte, nessuna esclusa, siamo potenziali vittime, come avrete già letto sopra, ma soprattutto, tutte quante attraversiamo la violenza in maniera diversa.

Per quanto questa segua un copione, ogni relazione è a sé ed ogni evento è molto singolare.

Se conosci qualcuna che sta subendo violenza non giudicare, piuttosto offrile supporto e sostegno, invitala ad aprirsi, suggeriscile di contattare una psicologa specializzata che possa aiutarla chiamando il 1522, rete dei centri antiviolenza attiva h24.

Se tu che stai leggendo hai bisogno di aiuto, contatta il 1522, un’operatrice ti risponderà e si renderà disponibile per aiutarti.

Non siete sole, non siamo sole. Unite ce la faremo.

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